“Le donne senza ombra” di Suprema
Arturo delle Donne per la nuova campagna Suprema autunno inverno 2020
Ci siamo abituati a parlare dietro ad uno schermo, a riunirci evitando contatti, a comunicare attraverso immagini. Arturo Delle Donne assorbe e fotografa, è inevitabilmente permeabile all’abisso che ci circonda e che non ci vuole mollare. Usa la fotografia come linguaggio immersivo, capace di eludere le profondità, di confondere, di fondere. Capace di imprigionare: sentimento tristemente famiglia...mostra di più
“Le donne senza ombra” di Suprema
Arturo delle Donne per la nuova campagna Suprema autunno inverno 2020
Ci siamo abituati a parlare dietro ad uno schermo, a riunirci evitando contatti, a comunicare attraverso immagini. Arturo Delle Donne assorbe e fotografa, è inevitabilmente permeabile all’abisso che ci circonda e che non ci vuole mollare. Usa la fotografia come linguaggio immersivo, capace di eludere le profondità, di confondere, di fondere. Capace di imprigionare: sentimento tristemente famigliare. Delle Donne costruisce fondali: fotografa palazzi, grattacieli, strade, fotografa pezzi di città che moltiplica creando una sensazione sfuocata, iperbolica. Fondali come labirinti ripetitivi, ossessionanti. Scenari per un nuovo inganno, l'ennesimo: donne immobili e sospese, impossibili da geolocalizzare. Donne che abitano un tempo che non esiste, quello sottratto alla nostra immaginazione, al nostro futuro, alla nostra Storia. Alle spalle non hanno nulla, solo immagini che si ripetono. Non ci sono città che possano ospitarle, nessuna stanza, alle loro spalle tutto inizia a tremare e perdere la propria stabilità (emotiva). Sembra franare, il colore spandersi, l’architettura arrancare. E non c’è inganno perché non c’è illusione, i patti sono chiari fin dall’inizio: non abiterai nulla, non puoi abitare nulla, sei colore che prende forma in una città che non ha nome, che non sa riconoscersi. Milano, Venezia, Roma, Napoli? Ti muoverai come in un videogioco, l’immagine è il tuo campo d’azione, ci sono dei confini al di là dei quali si riparte da zero, con lo stesso paesaggio capovolto.
Cammina se vuoi muoverti, indossa quello che vuoi, non c’è inganno perché i patti erano chiari fin dall’inizio.
Abiterai sempre la stessa immagine, ne diventerai la regina indiscussa, tremeranno al solo tuo sguardo.
Ultimamente ci siamo abituati a parlare attraverso interfacce luminose, schermi da cui facciamo fatica a smarcarci, come da una fastidiosa pandemia che abita il nostro tempo e i nostri corpi. Siamo immagini che devono rispettare il confine rettangolare.
Delle Donne sintetizza una strana idea di abitare, costruisce ciò che non esiste e lo fa attraverso un seducente mezzo, quello della fotografia: non esiste nulla tranne il corpo femminile e ciò che lo protegge, non esiste nulla ma comprendiamo l’impossibilità della fuga, la reclusione, l’assurdo mondo che l’avvolge e l’annega. Non può e non possiamo più uscire, un labirinto bellissimo che ci fa tremare, che ci fa ballare fino all’alba, quando le prime luci del giorno sembrano svelare qualcosa, cosa? Siamo stanchi e avremmo solo bisogno di dormire.